Quando si parla di posizionamento sui motori di ricerca, spesso si pensa solo ai contenuti testuali, alle parole chiave e ai link. Tuttavia, c’è un aspetto troppo spesso sottovalutato che può fare la differenza tra un sito ben posizionato e uno che fatica ad emergere: l’ottimizzazione delle immagini per il web.
Esistono tanti siti penalizzati o semplicemente ignorati da Google per una gestione superficiale delle immagini. In questo articolo ti spiego, in modo semplice e con esempi pratici, perché è fondamentale curare e ottimizzare le immagini per il web.
Perché ottimizzare le immagini per il web è cruciale per la SEO?
Google, al contrario di un essere umano, non “vede” le immagini: le interpreta grazie a elementi come il nome del file, il testo alternativo (alt text) e il contesto in cui l’immagine è inserita.
L’ottimizzazione delle immagini non solo aiuta a posizionarsi nelle ricerche per immagini (Google Images), ma contribuisce anche a migliorare la SEO generale della pagina, il tempo di caricamento e persino l’accessibilità per utenti con disabilità visive.
1. Il naming delle immagini: la prima regola d’oro
Ogni immagine deve avere un nome descrittivo e coerente con il contenuto della pagina. Questo significa evitare nomi generici o alfanumerici come IMG_1234.jpg o foto1.png.
Il nome del file aiuta Google a capire il contenuto visivo e migliora le probabilità di posizionamento anche nelle ricerche per immagini.
Piccolo consiglio: se vuoi rafforzare il posizionamento su una keyword, includila (senza forzature) nel nome del file immagine.
2. Il testo alternativo (alt text): non solo SEO, ma anche accessibilità
Il testo alternativo è una breve descrizione dell’immagine che viene letta dai motori di ricerca e dagli screen reader utilizzati da chi ha disabilità visive.
✅ Esempio corretto di alt text:
Alt=”Esempio di sito web responsive per negozio online a Ferrara”
❌ Esempio errato:
Alt=”foto” oppure lasciare il campo vuoto.
Un buon alt text:
- Descrive chiaramente l’immagine.
- Include (se pertinente) la parola chiave target.
- Non deve essere una ripetizione esatta del titolo della pagina.
3. Dimensione e compressione: immagini leggere per siti veloci
Sappiamo bene che Google penalizza i siti lenti e, caricare immagini da 2 o 3 MB (ho visto anche casi di pagine con immagini oltre i 10 MB) è impensabile.
Senza ottimizzazione, le immagini sono troppo pesanti e una pagina web diventa lentissima ad aprirsi. Questo rappresenta un errore molto comune.
Il mio consiglio, quando realizzo un sito e lo lascio nelle mani del mio cliente, è sempre questo:
- Ridurre la dimensione delle immagini a max 150 KB per uso web.
- Usare formati moderni come WebP.
- Affidarsi a plugin come Imagify o Smush per WordPress.
✅ Esempio pratico:
Un’immagine in formato .jpg da 2 MB compressa in .webp può arrivare a pesare meno di 100 KB senza perdita di qualità percepibile.
4. Contesto e SEO semantica: le immagini devono “parlare” con il testo
Le immagini devono essere coerenti con il testo che le circonda. Ad esempio, se stai parlando di realizzazione siti web per ristoranti, inserire l’immagine di un negozio di abbigliamento è fuorviante per chi legge i tuoi contenuti.
Le immagini devono essere valorizzate con:
- Didascalie pertinenti.
- Testo alternativo alt che descriva l’immagine o che abbia un riferimento alla parola chiave principale
- Titoli (tag
<title>dell’immagine, non indispensabile come il precedente). -
URL friendly, in caso di immagini accessibili pubblicamente.
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